La decisione di candidare Carrara a Capitale italiana dell’Arte contemporanea (CIAC) 2026 è stata per noi una scelta naturale perché in linea tanto con il passato e il presente della nostra città, quanto con il futuro che, come amministrazione, stiamo costruendo giorno dopo giorno da ormai due anni. Sono sempre stata convinta che la cultura debba essere un imprescindibile volano di sviluppo e di rilancio per una realtà come la nostra e questa candidatura è un passo concreto in questa direzione. Carrara, come riporta il titolo che abbiamo scelto per questo progetto, è realmente ‘contemporanea da duemila anni’ perché è dai tempi dei Romani che qui si trasforma la materia e si sperimenta. Secolo dopo secolo sono cambiate le forme, i gusti, le tecniche, ma Carrara è sempre rimasta una città del fare, una città di tradizione e di innovazione al tempo stesso. Michelangelo, Canova, i fratelli Lumière, Martini, Bourgeois, Cattelan, Koons, Beecroft, Hirst, Jago: la lista dei grandi protagonisti del mondo dell’arte internazionale che in ogni epoca hanno scelto Carrara come loro residenza d’elezione è lunga almeno quanto la tradizione di eventi, mostre e iniziative culturali che da sempre animano la nostra città, la cui storia è molto più grande delle proprie dimensioni. In questa conca di pochi chilometri incastonata tra le Alpi Apuane e il Mar Ligure da sempre si discute, ci si confronta e, nel caso, ci si scontra, ma alla fine nascono sempre idee, progetti, opere d’arte destinate a raggiungere ogni angolo del mondo. Noi carrarini siamo soliti dire, con malcelato orgoglio, che ovunque andiamo troviamo sempre un po’ di casa. Lo diciamo riferendoci ovviamente al nostro marmo, che da qui parte per raggiungere tutti e cinque i continenti. È una pietra che è sinonimo universale di purezza, perfezione e bellezza, ma che è anche una incredibile testimonianza di quello sconfinato bagaglio di saper fare che ogni giorno viene tramandato e arricchito nei laboratori, nelle segherie, nelle aule dell’Accademia di Belle Arti o in quelle dell’Istituto del Marmo Pietro Tacca. Sono questi tutti luoghi che testimoniano attivamente quel continuo mix di tradizione e innovazione che sono alla base tanto del titolo di Città Creativa Unesco per arte popolare e artigianato di cui Carrara si può fregiare dal 2017, quanto di una storia indissolubilmente connessa alla ricerca le cui tracce si possono trovare, guardando solo al passato più recente, nelle 14 edizioni delle Biennali internazionali di scultura, nei simposi, o ancora in luoghi d’arte come il parco della Padula, il mudaC museo delle arti Carrara, l’area archeologica di Fossacava, il Museo Civico del Marmo o il CARMI. Il nostro compito e il nostro obiettivo sono ora quelli di mettere a sistema il patrimonio e le capacità d’innovazione che la città può offrire e di farlo con una visione di alto respiro. Noi vogliamo che Carrara tenga il passo della propria storia e in quest’ottica aggiudicarsi il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea sarebbe una magnifica occasione non solo per dare maggiore visibilità al nostro territorio, ma anche per dare spazio alle tante realtà artistiche, piccole e grandi, che sono presenti in città. Sono d’altronde convinta che Carrara sia già una delle tante capitali italiane dell’arte contemporanea e per questo guardo al futuro con grande ottimismo e consapevolezza dei nostri mezzi. In questi mesi nei quali, con il prezioso supporto di Fondazione Fitzcarraldo ETS, abbiamo lavorato alla preparazione di questo dossier ho visto come in città si sia già innescato un processo virtuoso di riflessione attorno sia ai tanti punti di forza di Carrara sia a quegli aspetti che invece richiedono ancora interventi. Si tratta di un processo non semplice, ma altamente stimolante che ci dà la possibilità di rapportarci con tantissime realtà del territorio, sia pubbliche che private, e con professionisti di diversi settori. Siamo certi che tutto questo lavoro non andrà sprecato, ma ci lascerà un bagaglio di conoscenze e di indicazioni sul quale continuare a costruire la Carrara di domani, una Carrara che è contemporanea da duemila anni e che vuole continuare a esserlo anche per i prossimi duemila.

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